Premetto che ce ne sono decine in questa zona, nelle province di Vicenza, Verona e Trento, ma non ho ancora avuto il tempo e la fortuna di girarle tutte, quindi oggi ti parlo delle mie ‘attuali’ 10 preferite. Quelle dove anche i principianti come me si possono divertire, intendiamoci. 1) Inizio con Tonezza del Cimone:Continua a leggere “Le mie 10 falesie invernali preferite (tra Veneto e Trentino)”
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La palestra di roccia in calcare del Cadore
Calcare grigio molto compatto, esposizione sud, bel panorama, avvicinamento di circa 10 minuti (forse meno): siamo a Vigo di Cadore, nella frazione di Piniè, e la sbarra che ci lasciamo alle spalle per avviarci verso la falesia è la stessa che introduce il sentiero per la cima del Monte Tudaio.
Gippo: l’alpinista che racconta la realtà
“La paura deve farti vedere il pericolo e quindi farti muovere nel modo giusto”.
Una giornata alle Placche Alte nella falesia di Schievenin
Non posso farci nulla, succede ogni volta: davanti a me si presenta una parete chiodata e tutti i problemi svaniscono. La quotidianità scivola via, il cattivo umore si perde nell’universo che lascio da parte, in quello parallelo, lo spazio che c’è nella vita di ogni giorno dove devi fare i conti con la realtà. Eppure anche in questa parte di mondo c’è la mia vita reale. Ma qui non mi sembra così e tutto appare scorrere con un altro ritmo, un modo di vivere ricamato di attimi puri, dove finalmente senti le emozioni, comprendi quelle sensazioni che in altri momenti non noteresti nemmeno. Davanti a una parete capisco che, in fin dei conti, ne vale la pena.
Una placca con i buchi
Già, siamo nella falesia di Lumignano, cosa ti aspetti? Famosa per le sue pareti ricche di buchi, piccole tacche, gocce e fessure, questa palestra di roccia è tra le più grandi del Veneto ed è conosciuta in tutta Italia. Di qui infatti sono passati grandi e storici scalatori. Oggi siamo diretti al Brojon. Parcheggiamo diContinua a leggere “Una placca con i buchi”
Chissà se i dinosauri sanno arrampicare
Prima o poi ci tornerò, anche per scoprire gli altri settori che non ho visitato e per trovare quella leggerezza necessaria per volare sulla placca appoggiata.
Voglio vivere così
Prima, quando sentivo passare un elicottero sopra la mia testa, alzavo gli occhi al cielo e lo cercavo a destra e sinistra, sopra la cima delle montagne o le vallate. Ora faccio lo stesso, ma quando lo vedo, cerco subito di guardare di che colore è, per capire se è del soccorso alpino.E quindi? TiContinua a leggere “Voglio vivere così”
Piccolo Lagazuoi, Dolomiti: a rischio di non volertene andare.
Qui la roccia è più fredda, porta con sé i segni delle temperature notturne. E ha un colore diverso, variegato: tra queste sfumature riesco a malapena a riconoscere un fix davanti al mio naso. C’è una luce particolare e un riflesso la cui complessità confonde le idee.Sei in parete e quando ti volti, il panoramaContinua a leggere “Piccolo Lagazuoi, Dolomiti: a rischio di non volertene andare.”
Sempre più su: la falesia Andraz – Sass de Beita nelle Dolomiti
La prima volta in Dolomiti, quando tocchi la loro roccia e ti senti circondato dal paradiso delle vette, subito non ti rendi conto di dove ti trovi, ma poi ti accorgi che tutto ha un’essenza diversa: qualcosa, dentro di te, accade.
Via Erica e Alice sul Monte Cengio
Erica e Alice è una via semplice, tra le più facili in queste pareti, con roccia molto buona e protetta fin troppo bene (molti chiodi e cordoni, con l’aggiunta di recenti fix). Anche le soste sono comode e per questo è una via consigliata per chi vuole allenarsi ad arrampicare come primo di cordata e a costruire le soste.
Se ti venisse voglia di rischiare
E allora non dobbiamo avere paura per credere di più in noi stessi? Non dobbiamo temere rischi per osare di più?
No, i grandi ce lo insegnano ogni giorno: bisogna cadere per rialzarsi e superare finalmente l’ostacolo. Sia che la caduta misuri qualche centimetro o qualche metro: a volte devi anche volare per poi potercela fare.
Superbaffelan minuto per minuto: cronaca di una cima annunciata
1 agosto 2020, via Superbaffelan. Percepisci i passi, l’avanzare, a ogni movimento della corda che struscia sulla roccia. Prosegue, su binari immaginari, scorre come sul letto il fiume. A volte scende, come una cascata. E poi tira e sale. Mi avverte che devo lasciarla andare.Guardi in alto il tuo compagno di cordata, non troppo altrimentiContinua a leggere “Superbaffelan minuto per minuto: cronaca di una cima annunciata”
Serrada: una falesia dal fascino particolare
Qui c’è un’aria particolare, che respiriamo volentieri a pieni polmoni, per non dimenticarcela quando scenderemo con i piedi sulla quotidianità.
Tutta un’altra storia
Anche noi siamo cambiati: perché siamo cresciuti, certo, ma anche perché l’arrampicata ti cambia. Se ci pensi, nemmeno tu sei quello di prima.
La forza di Gravità è contraria
“Non è il solito 6a+” mi dicono. Non mi sorprende. Siamo nel settore Lias a Tonezza del Cimone, Falesia 4 Gatti, e qui nulla è come sembra. È un’arrampicata particolare, spesso su placca, con pance sproporzionate rispetto alle tue aspettative quando te le trovi di fronte e devi rinviare. Panorami stupendi e romantici, un soleContinua a leggere “La forza di Gravità è contraria”
Progetto Futuribile, i diedri e il traverso
Progetto Futuribile è una via di chiodatura mista nel Monte Cengio, caratterizzata da bei diedri una difficoltà tra il V e il VI grado.
Una giornata nera su boulder
Oggi è una giornata nera.Sono in palestra e non riesco a chiudere neanche un boulder. Certo ne ho provato di duri (rispetto al mio livello), ma la serata è iniziata con un sospiro, uno sguardo alle pareti e un “mah”.Che ti puoi aspettare? Stanchezza, malumore, bassa pressione… le giustificazioni possono arrivare anche a coinvolgere ilContinua a leggere “Una giornata nera su boulder”
Falesia San Floriano: la placca per le dita
Non arcuare! E come si fa a non farlo?
Parlo per i principianti, eh, per quelli come me che sulla placca si divertono tanto, sì, ma poi le dita le sentono eccome. Ti pizzicano, ti bruciano e ti dolgono finché non te le guardi e provi compassione.
La testa
Allenare il fisico è importante, certo, anzi essenziale, ma la nostra mente ha un potere ancora più forte su di noi. Ce l’ha nella nostra quotidianità, nel nostro modo di affrontare gli eventi, nel nostro percorso di superamento delle avversità, degli ostacoli.
Dritti all’inferno
Detta anche “prialonga”, la Carega del Diavolo spicca tra la vegetazione nella Valle del Rameston. Appare proprio come una seduta, da cui puoi osservare il territorio dall’alto. Abituati a pensarlo all’inferno, può sembrare strano che lì ci stesse il diavolo. Eppure la leggenda narra che proprio il diavolo sedeva in questa pietra, a capo di un gruppo di streghe.
Corretto. Ma grappa!
Il breve sentiero che porta al tiro era affollato di rovi e rami. Quando arrivammo alla base della parete, leggemmo corretto grappa: mi avvicinai alla roccia salendo per circa due metri tra sassi instabili, foglie e altri rovi, guardai verso l’alto e cercai la catena. Lì non riuscii a vederla e allora mi limitai aContinua a leggere “Corretto. Ma grappa!”
È il vento?
Tutto tace. D’improvviso un lamento innerva il silenzio con una strana inquietudine.Mi guardo attorno. Nulla. E poi ancora. Finalmente riesco a sentirlo più definito. È il cigolare del legno, somigliante al rumore di una vecchia porta socchiusa che si muove sui suoi cardini arrugginiti. È il vento il maestro di quest’orchestra, che si compone ancheContinua a leggere “È il vento?”
I passi della vita
Stiamo attraversando un prato cosparso di neve. Il sentiero pare battuto: già qualcuno lo ha percorso. E questo ci fa capire che possiamo continuare la nostra strada.
Unica assente: la corda. L’arrampicata libera di Matt Bush.
“Ogni percorso per me è una coreografia, una creazione, la mia espressione. Vedo la mia anima come un’artista e attraverso i movimenti io dipingo sulla tela della natura.” [Matt Bush] E questo già si capisce guardando i suoi video spettacolari, quando arrampica senza corda su pareti altissime e spesso difficili. Ci ho provato: gli hoContinua a leggere “Unica assente: la corda. L’arrampicata libera di Matt Bush.”
Tutto ha un senso
Se ci pensi, tutto ha un senso.
Scusi Dottore, la via?
Il tramonto è ormai concluso e dalla parte opposta la luna fa capolino dalla cima. Sì, si sta facendo buio e noi ancora non abbiamo trovato la strada del ritorno…
Freddo
La mia mano prende la rincorsa, il braccio è una leva: con forza e senza pensarci due volte conficco la punta della piccozza destra sulla lastra di ghiaccio. Non sente, provo ancora. Tiene, può sostenermi. Tocca alla sinistra.
Boulder all’aperto: le aree italiane dove sfogare la nostra passione – Nord Est
Stiamo attraversando un periodo particolare, che speriamo passi presto. Nel frattempo, dato che le palestre sono chiuse, perché non esplorare le aree italiane dedicate al bouldering? In Veneto possiamo fare boulder qui: nei Berici, in provincia di Vicenza, dove troviamo anche l’8B (Possibile), ad Avesa, nella zona di Verona, la roccia è calcare tufaceo, aContinua a leggere “Boulder all’aperto: le aree italiane dove sfogare la nostra passione – Nord Est”
Punto la cima bianca
I sensi si arricchiscono di esperienze.
In montagna ascolti storie, conosci leggende, in prosa o viventi. Le superfici variano e il tatto rivive nel freddo e nel calore, nel liscio e nel ruvido, nel dolore e nel riposo. Gli occhi raccolgono immagini indimenticabili e le immagazzinano nella mente, per poter rivivere quei momenti attraverso la memoria. Respiri l’aria, profumata di neve o di bosco. Assaggi il sudore che scende dalla fronte, il magnesio che si stacca dalle mani o la neve che rimbalza ai colpi della piccozza.
È solo una montagna, eppure c’è la vita.
La montagna ai tempi del coronavirus
La montagna al tempo del coronavirus diventa rifugio. No, non può essere: un rifugio la montagna lo è da sempre, e per vari motivi, dai più scontati ai più bizzarri. Come viene vista, allora, la montagna in questi tempi di allarmismo? Nessuno se ne preoccupa. Perché lì, il coronavirus, non arriverà mai. E non perContinua a leggere “La montagna ai tempi del coronavirus”
6b e occhio al buco!
Non ci credo. Quel passaggio mi è costato un 6b a vista. E non è la prima volta. Ma la prima volta non ho avuto il coraggio di ripeterlo. Questa volta sì. È iniziato tutto con un avvicinamento a dir poco sfiancante… Arrivati sotto la parete eravamo già abbastanza caldi per iniziare l’arrampicata. Falesia ValleContinua a leggere “6b e occhio al buco!”
Cambio via
Sentiero identificato da due bolli gialli, girare a destra e poco dopo seguire ancora a destra una vecchia traccia segnalata dagli ometti costruiti sasso dopo sasso. Cinque minuti circa di cammino e una breve salita sulla sinistra. L’attacco della via Il martello suona il rock lo dovremmo notare grazie a una parete grigia e numeroseContinua a leggere “Cambio via”
Giallo
Come il sole, come la luce, come il divano su cui ogni sera mi stendo e mi addormento. Avevo provato quel boulder due giorni prima e sono riuscita ad arrivare alla penultima presa, ma non ad arrivare al top. Nemmeno a sfiorarlo. L’ho solo guardato, trattenendo il fiato e prendendo la mira. Ma nulla, miContinua a leggere “Giallo”
E pensare che, guardando in alto…
Distendo il braccio sinistro, lo lascio cadere a penzoloni mentre con i piedi raggiungo due tacche che riescono a sorreggermi, meglio di prima, sopra quella che ora mi sembra immensità.
Incredibile, ma vero.
È una via dove il massimo grado di difficoltà che puoi trovare è un sesto. Quindi, nulla di allarmante. Il polso mi fa ancora male: tendine e articolazione si infiammano facilmente e non c’è motivazione che riesca ad addolcirli. No, non è la classica scusa da arrampicatore, ma una realtà con cui non voglio convivere.Continua a leggere “Incredibile, ma vero.”
Segni sulla pelle
Mi guardo le braccia, osservo le mani, e noto come ogni parete lasci su di me segni diversi. Ce n’è una che adoro e che mi parla con graffi artistici sugli avambracci: lunghi e corti, più e meno profondi, queste linee mi ricordano i riposi sulle cenge, quando abbraccio la roccia per potermi sollevare, trattenere,Continua a leggere “Segni sulla pelle”
Sisilla
Guardarla dal rifugio appare affascinante, con i suoi colori, le sue sfumature chiare, la sua imponenza. La falesia Sisilla è una parete verticale che ti guarda dall’alto quando le sei ai piedi. Intimorisce a volte, ispira poesia e racconti, perché ha una storia e ha voglia di raccontarla. Lo fa quando arrampichi, ti parla, maContinua a leggere “Sisilla”
Io scelgo la via
Tra le tante strade che ogni giorno posso prendere, io scelgo la via. È domenica e con il mio compagno di avventure alpine ci incamminiamo in salita per raggiungere l’attacco della Balasso Brothers, inerpicata sulle rocce del Monte Pasubio. Arriviamo a fatica ai piedi della parete, lo ammetto: il sentiero è spesso interrotto da sterpaglie,Continua a leggere “Io scelgo la via”
L’oro del bandito
Ho più rinvii di quanti ne servano, appesi all’imbrago, ma “va bene così”, mi dico: in falesia del peso in più per un tiro non troppo difficile può essermi utile per allenarmi a potenziare la forza nelle braccia, la tecnica, la resistenza. Sì, avere addosso anche qualche grammo in più nell’arrampicata può fare la differenza.Continua a leggere “L’oro del bandito”
Internet, una rete verticale
Non riuscirò mai, senza la spiegazione di chi li apre, a capire il nome dei tiri. Questa è la falesia Stancari di Arsiero e sto provando Internet da prima, un 5c, un tiro che a guardarlo ai piedi della parete appare una placca liscia senza appigli e appoggi. Un 5c disseminato in 18 o 20Continua a leggere “Internet, una rete verticale”
X
Come una crema il magnesio liquido si sparge sulle mie mani, si addensa poi sulla pelle colorandola di bianco. Non mi basta: prima che il liquido si asciughi completamente, immergo le mani nella polvere bianca, le avvicino, sfrego i palmi, intreccio le dita, sale l’adrenalina, i miei occhi sono fissi nel vuoto, penso a quelloContinua a leggere “X”
Forza e resistenza
“Vuoi provare il nastro blu?”“Sì, spero non sia troppo difficile.”“Bene, inizia là, a destra.” Mi volto verso una piccola parete con delle prese a forma di disco, in legno.“Ok.”“Dai, ti segno io le prese: provalo.” Mi sento a mio agio in questa palestra, diversa da quella dove ho iniziato e che tutt’ora la considero casa.Continua a leggere “Forza e resistenza”
Sembrava irraggiungibile
Sembrava irraggiungibile. Il blu di quella macchia, quell’opera a basso rilievo sulla parete ruvida della stanza. Era il penultimo passo prima della fine. Non che l’inizio fosse stato semplice: è stato un tortuoso muoversi appoggiata a prese e parete. Sono partita accoppiando le mani sulla prima presa, i piedi erano appoggiati a due piccole taccheContinua a leggere “Sembrava irraggiungibile”