Birbanti al Monte Pastello

Eppure mi è capitato anche di pensare che abbandonare le montagne forse mi avrebbe fatto bene. Lo ammetto: mi passa per la testa questa ipotesi quando qualcosa va storto, quando non raggiungo un obiettivo o non arrampico come vorrei. Ma poi le osservo stagliarsi contro il cielo con le loro pareti e i loro bordiContinua a leggere “Birbanti al Monte Pastello”

Quelle strane sensazioni nella giornata di X sempre X

Quando la solitudine ti fa meno paura e quando l’essenza di libertà riesce a scorrere anche nelle insenature più recondite della tua mente, allora è il momento di cancellare ogni domanda che il quotidiano ti impone e crearne delle altre, di cui sarai custode per tutta la vita. Perché tali domande non hanno risposte sempliciContinua a leggere “Quelle strane sensazioni nella giornata di X sempre X”

Via delle Attraversate: su e giù fra i traversi

No, non è un’espressione che ho utilizzato così, tanto per dire. In questa via protetta da fix e chiodi, che sale sul Covolo del Butistone in Valsugana, si sale, ma si scende anche! Caratterizzata da lunghi traversi, la via ha uno sviluppo di 250 metri per 8 tiri con difficoltà 6a+, è esposta a sud-ovestContinua a leggere “Via delle Attraversate: su e giù fra i traversi”

Dalle Piccole alle Dolomiti: primi approcci all’alpinismo

Quali sono le prime vie consigliate da scalare in Dolomiti? Le nostre Piccole sono un’utile palestra? Quali tesori nascosti dell’arrampicata abbiamo a due passi da casa? A queste e altre domande rispondono Paolo Cerin e Federico Stefani, appassionati di vie alpinstiche e storiche. Itinerari che hanno sempre qualcosa di affascinante da scoprire e raccontare. Paolo,Continua a leggere “Dalle Piccole alle Dolomiti: primi approcci all’alpinismo”

Un dovuto omaggio al Signor Kapriz

Ha uno sviluppo di 200 metri, il grado massimo è 6b+ (6a+ obbligatorio), ha 6 lunghezze, è RS2 ed è dedicata all’anziano caprone che abita nel Cengio: si chiama Signor Kapriz. Ah, giusto: per chi ancora non lo conoscesse, il Signor Kapriz è il caprone e così è stata chiamata anche questa bellissima via sullaContinua a leggere “Un dovuto omaggio al Signor Kapriz”

Una via per diamanti pazzi che vogliono brillare

Siamo cresciuti con la convinzione inculcata dalla scuola, dai genitori e dai film, che sopra le nostre teste ci sia il cielo. No, sopra le nostre teste ci sono tante cose, tra cui un caschetto, una parete di roccia e una cima. Quando arrivi al cielo, solo allora puoi dire che sopra di te c’è un mare d’aria con colori straordinari, che riesci a toccare senza accorgertene e che ci unisce, nonostante tutto e se anche non lo vogliamo.

Falesia Calà del Sasso: l’anfiteatro di Valstagna

Consigliati da Martina e Nicola arriviamo al parcheggio con loro, Luca e Davide, per poi imboccare il sentiero che conduce alla famosa scalinata di Valstagna con ben 4444 scalini.Iniziamo a camminare e in cinque minuti di strada sterrata raggiungiamo la palestra di roccia Calà del Sasso. Quando arriviamo davanti a noi si presenta un piccoloContinua a leggere “Falesia Calà del Sasso: l’anfiteatro di Valstagna”

Nella falesia di Riolo c’è un nuovo Covoletto: good Giob!

Da loro ho anche capito che non vale la pena esagerare, ma soprattutto ho imparato ad amare ciò che faccio, a mettercela tutta, che non si è mai arrivati e che c’è sempre da imparare, che ci vuole sacrificio per ottenere un risultato e che per salire bisogna anche saper scendere.

La libertà nelle mie mani

Guardarsi le mani e vedere tra le dita gli aloni bianchi lasciati dal magnesio dopo qualche ora di arrampicata: è questo uno dei segni di fine giornata che ricorda la fatica, sì, ma anche quell’entusiasmo e l’ebrezza che ti dà la scalata su pareti di roccia abituate a quel cielo terso, che ti sorprende sempre,Continua a leggere “La libertà nelle mie mani”

A Giancarlo Milan: una via sul Monte Cengio

Piccole Dolomiti, ma grandi storie. E una di queste è quella della via d’arrampicata sul Monte Cengio dedicata a Giancarlo Milan.Quando oggi io e il mio compagno di cordata PG siamo arrivati all’attacco, notiamo subito la piastrina con il nome, ci fermiamo, disfiamo le nostre doppie e parto per l’avventura. La via è stata apertaContinua a leggere “A Giancarlo Milan: una via sul Monte Cengio”

Lo chiamano Tempesta

Eppure a vederlo non si direbbe: capelli corti castano chiaro, grandi occhi chiari e soli 24 anni di esperienza di vita. Si chiama Matteo, ma in Valdastico (e non solo) lo chiamano Tempesta.Be’ quando lo vedi arrampicare non scherza: un fulmine a ciel sereno, un’acquazzone che ti sorprende. Matteo è un ragazzo come tanti. HaContinua a leggere “Lo chiamano Tempesta”

Via alpinistica Karl Unterkircher: la paura non è un limite

È un paese tranquillo quello di San Pietro Valdastico: quando arriviamo nel parcheggio ci accoglie l’immagine di una piazzetta con la sua fontana, l’acqua che scorre, un anziano seduto davanti casa a godersi la fresca ombra e pareti di roccia scarabocchiate dalla ricca vegetazione. Ed è proprio in queste pareti che noi siamo diretti, passandoContinua a leggere “Via alpinistica Karl Unterkircher: la paura non è un limite”

Marco, posso scrivere di te? Ops, troppo tardi.

Chissà cosa mi dirà quando lo vedo. E se lo rivedo dopo questo breve articolo.Vabbè, vorrà dire che la prossima volta farò più attenzione alla mia penna, ci metterò un tappo, ma nel frattempo io scrivo. Scrivo di un tipo particolare, ma nel senso positivo, si intende. Un tipo che ne fa di cose, parloContinua a leggere “Marco, posso scrivere di te? Ops, troppo tardi.”

Una mattina a Riolo con Lisa

È una falesia che, nascosta nel fitto del bosco a Torrebelvicino, ospita affascinanti pareti con tiri dal 5b all’8a. L’arrampicata di questa falesia ha molte sfaccettature e non possiamo certo definirla semplice, ma è una palestra che nelle sue limitate dimensioni offre un’ampia scelta di tiri con varie difficoltà e stili: spesso protagoniste sono leContinua a leggere “Una mattina a Riolo con Lisa”

Tano, l’alpinista gentile.

Lui è Gaetano Ruaro, Tano per amici e alpinisti. Gli anni di esperienza non gli mancano, ma come tutti i grandi personaggi che ho conosciuto qui nelle Piccole Dolomiti, anche Tano si presenta come un arrampicatore qualunque, con tutta la sua modestia. Eppure ne ha arrampicate di vie e come un giovanotto mi batte 10Continua a leggere “Tano, l’alpinista gentile.”

Attenzione, Divieto di caccia al Bostel!

Al primo tiro ascolti il rumore metallico della corda che batte contro una targa gialla, una di quelle che trovi solitamente nei boschi per avvisarti che lì non puoi cacciare. E infatti in quella targa c’è scritto “Divieto di caccia“, ma non è solo un monito. È il nome della nostra via di oggi alContinua a leggere “Attenzione, Divieto di caccia al Bostel!”

La falesia invernale alle pendici del Baldo

La vediamo subito, appena arriviamo nel territorio veronese sotto il Monte Baldo. Le pareti in calcare compatto di questa falesia hanno un colore misto tra il grigio e il rosso ed è proprio per questo che si chiama Sengio Rosso. In macchina passiamo sotto le enormi pale eoliche che volteggiano stanche, affaticate forse sotto unContinua a leggere “La falesia invernale alle pendici del Baldo”

Falesia di Praderadego: una placca al sole

Ci alziamo presto: il viaggio per noi è di circa due ore verso la provincia di Treviso, precisamente a Praderadego. Il sole è velato, ma il meteo afferma che dopo le 10 tornerà a illuminare vividamente e scaldare le temperature basse di questi giorni di metà gennaio. Partiamo e poco prima di arrivare nella falesiaContinua a leggere “Falesia di Praderadego: una placca al sole”

Falesia Belvedere: il marmo allenante

Panoramica. Senza dubbio lo è, questa falesia. Arrivati alla catena ci si gira e con lo sguardo si riesce a vedere il Lago di Garda in tutta la sua bellezza. Non è di certo l’unica falesia della zona (Nago-Torbole-Garda-Arco) che vanta un affascinante panorama, ma questa palestra di roccia, la Belvedere di Nago-Torbole, ha diversiContinua a leggere “Falesia Belvedere: il marmo allenante”

Le mie 10 falesie invernali preferite (tra Veneto e Trentino)

Premetto che ce ne sono decine in questa zona, nelle province di Vicenza, Verona e Trento, ma non ho ancora avuto il tempo e la fortuna di girarle tutte, quindi oggi ti parlo delle mie ‘attuali’ 10 preferite. Quelle dove anche i principianti come me si possono divertire, intendiamoci. 1) Inizio con Tonezza del Cimone:Continua a leggere “Le mie 10 falesie invernali preferite (tra Veneto e Trentino)”

La palestra di roccia in calcare del Cadore

Calcare grigio molto compatto, esposizione sud, bel panorama, avvicinamento di circa 10 minuti (forse meno): siamo a Vigo di Cadore, nella frazione di Piniè, e la sbarra che ci lasciamo alle spalle per avviarci verso la falesia è la stessa che introduce il sentiero per la cima del Monte Tudaio.

Una giornata alle Placche Alte nella falesia di Schievenin

Non posso farci nulla, succede ogni volta: davanti a me si presenta una parete chiodata e tutti i problemi svaniscono. La quotidianità scivola via, il cattivo umore si perde nell’universo che lascio da parte, in quello parallelo, lo spazio che c’è nella vita di ogni giorno dove devi fare i conti con la realtà. Eppure anche in questa parte di mondo c’è la mia vita reale. Ma qui non mi sembra così e tutto appare scorrere con un altro ritmo, un modo di vivere ricamato di attimi puri, dove finalmente senti le emozioni, comprendi quelle sensazioni che in altri momenti non noteresti nemmeno. Davanti a una parete capisco che, in fin dei conti, ne vale la pena.

Una placca con i buchi

Già, siamo nella falesia di Lumignano, cosa ti aspetti? Famosa per le sue pareti ricche di buchi, piccole tacche, gocce e fessure, questa palestra di roccia è tra le più grandi del Veneto ed è conosciuta in tutta Italia. Di qui infatti sono passati grandi e storici scalatori. Oggi siamo diretti al Brojon. Parcheggiamo diContinua a leggere “Una placca con i buchi”

Piccolo Lagazuoi, Dolomiti: a rischio di non volertene andare.

Qui la roccia è più fredda, porta con sé i segni delle temperature notturne. E ha un colore diverso, variegato: tra queste sfumature riesco a malapena a riconoscere un fix davanti al mio naso. C’è una luce particolare e un riflesso la cui complessità confonde le idee.Sei in parete e quando ti volti, il panoramaContinua a leggere “Piccolo Lagazuoi, Dolomiti: a rischio di non volertene andare.”

Sempre più su: la falesia Andraz – Sass de Beita nelle Dolomiti

La prima volta in Dolomiti, quando tocchi la loro roccia e ti senti circondato dal paradiso delle vette, subito non ti rendi conto di dove ti trovi, ma poi ti accorgi che tutto ha un’essenza diversa: qualcosa, dentro di te, accade.

Via Erica e Alice sul Monte Cengio

Erica e Alice è una via semplice, tra le più facili in queste pareti, con roccia molto buona e protetta fin troppo bene (molti chiodi e cordoni, con l’aggiunta di recenti fix). Anche le soste sono comode e per questo è una via consigliata per chi vuole allenarsi ad arrampicare come primo di cordata e a costruire le soste.

Se ti venisse voglia di rischiare

E allora non dobbiamo avere paura per credere di più in noi stessi? Non dobbiamo temere rischi per osare di più?
No, i grandi ce lo insegnano ogni giorno: bisogna cadere per rialzarsi e superare finalmente l’ostacolo. Sia che la caduta misuri qualche centimetro o qualche metro: a volte devi anche volare per poi potercela fare.

Superbaffelan minuto per minuto: cronaca di una cima annunciata

1 agosto 2020, via Superbaffelan. Percepisci i passi, l’avanzare, a ogni movimento della corda che struscia sulla roccia. Prosegue, su binari immaginari, scorre come sul letto il fiume. A volte scende, come una cascata. E poi tira e sale. Mi avverte che devo lasciarla andare.Guardi in alto il tuo compagno di cordata, non troppo altrimentiContinua a leggere “Superbaffelan minuto per minuto: cronaca di una cima annunciata”

Falesia San Floriano: la placca per le dita

Non arcuare! E come si fa a non farlo?

Parlo per i principianti, eh, per quelli come me che sulla placca si divertono tanto, sì, ma poi le dita le sentono eccome. Ti pizzicano, ti bruciano e ti dolgono finché non te le guardi e provi compassione.

Segni sulla pelle

Mi guardo le braccia, osservo le mani, e noto come ogni parete lasci su di me segni diversi. Ce n’è una che adoro e che mi parla con graffi artistici sugli avambracci: lunghi e corti, più e meno profondi, queste linee mi ricordano i riposi sulle cenge, quando abbraccio la roccia per potermi sollevare, trattenere,Continua a leggere “Segni sulla pelle”