Corvo grigio non avrai il mio friend!

Il cielo azzurro sovrasta l’anfiteatro naturale del sojo. È mattina presto, gli alberi filiformi si lasciano dondolare dalla leggera brezza e compongono una melodia che scorre lungo i sentieri e si insinua nelle fessure della roccia. L’eco emana impercettibili vibrazioni che scuotono il silenzio.

L’aurora ha abbandonato il luogo da tempo, l’alba non è riuscita a illuminarlo perché il sole deve ancora compiere la metà del suo arco. Ma oggi non succederà.

Le nubi si raccolgono in una messa oscura sopra le nostre fronti e le mani toccano ora una roccia gelida, mentre i corvi sopraggiungono in un macabro volteggiare. Sono neri, sono grigi, hanno i colori della tempesta, di una bufera cha da lontano si annuncia mentre voci si distinguono a fatica. Il loro gracchiare percuote i timpani e nulla ci permette di sentire.

Le rocce compongono sculture che il tempo ha scolpito e levigato, e che oggi incutono terrore in chi le osserva. Nulla è reale, no, non è possibile. Eppure le voci continuano nel loro dialogo d’oltretomba, un sottofondo infernale al perseverare dei corvi che volano sulle nostre teste e gracchiano invano su di noi incomprensibili comandamenti. 

Fessure sgombre non lasciano scampo: dobbiamo proteggerci e l’unico modo sono i friend. Gli unici amici che possono salvarci dall’intorpidimento delle nostre menti violentate dal gracchiare, dalle voci, dalle nubi che sempre più scure incombono.

Ecco i tuoni, lampi di luce lontani, ma sempre più vicini. I nostri friend in balia di queste creature dalle ali veggenti che sbattono a indicare il numero di attimi che ci restano.

“No, non farlo!”

Uno di quei grigi e inquietanti esseri dei giorni bui afferra il mio friend: sta cercando di portarselo con sé, dentro quel turbinio di corvi, sempre più vicini alle nostre teste. 

Non è riuscito a staccarlo dalla corda, no. Ma la fessura sotto i miei piedi è tornata sgombra, non v’è anima viva o di metallo, solo il vuoto. Mi aggrappo all’istinto, le mie mani si lamentano, è il mio cuore quel rumore forsennato che sento dentro la mia testa? Eppure sono fuori. 

No, corvo grigio non avrai il mio friend!

Anche perché il cielo era limpido, la temperatura magnifica, le protezioni in loco e i friend sono rimasti quanto dovevano al loro posto nelle fessure. 

Tranquillo, so che “Corvo Grigio non avrai il mio friend!” è tratto dal film “Corvo Rosso non avrai il mio scalpo!”, con Robert Redford e Will Geer, però è così che mi immagino la vera storia del nome di questa bella via al Sojo dei corvi. 

Chissà. Tranquillo, che dici?

Relazione via.


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