Quando inizi un boulder con una ‘sit start’ sappi che…

Tutti gli appassionati conoscono Midnight Lightning, il boulder V8 (7B+) sul masso al centro del mitico Camp 4.

Non tutti però conoscono l’origine della sit start, la tecnica che prevede di iniziare un boulder da seduti e che ha rivoluzionato le regole del ‘gioco’. Ma soprattutto non tutti risalgono a chi ha inventato questa tecnica e a chi ha ideato la linea di Midnight Lightning.

Quindi che facciamo? Lo vogliamo dire questo nome?!

Ebbene le inventò una leggenda dell’arrampicata, un arrampicatore ricordato più per le sue scalate in solitaria da brivido che per due eventi che rimangono nella storia. Sto parlando di John Yablonski.

John Yablonski, uno dei primi Stonemasters. Nonostante la sua reputazione di uomo selvaggio e le sue lotte contro la depressione, era di buon cuore e generoso. La sua morte per suicidio nel 1991 fu un duro colpo per la comunità degli scalatori.
Foto: Dean Fidelman – Fonte: http://www.climbing.com

Iniziamo con Midnight Lightning.

“John  ‘Yabo’ Yablonski era noto più per il suo consumo di droga e per le sue arrampicate in solitaria da brivido, al limite delle sue  capacità. Un giorno, nel febbraio 1978, sotto l’effetto dell’LSD, raccontò a Bachar e Kauk di un nuovo boulder che credeva di aver scoperto. Si recarono insieme al Columbia Boulder, dove Yablonski indicò con entusiasmo le prese. Kauk e Bachar scoppiarono a ridere. “Sei completamente pazzo. Sei fuori di testa.”

Nonostante questo, tentarono i primi movimenti. Con loro grande sorpresa Bachar e Kauk fecero rapidi progressi e raggiunsero presto l’uscita. Ma non andarono oltre prima di fare un volo sulla dura lastra di granito, generalmente circondata da spettatori, sotto il masso. 

Photo: Ron Kauk Collection

“È stato allora che abbiamo iniziato davvero a impegnarci”, ricorda Kauk con un sorriso. […]
Più di due mesi dopo i primi tentativi, un giorno di maggio del 1978, Kauk raggiunse nuovamente la parte terminale. Gli spettatori riuniti si aspettavano di vederlo volare ancora una volta. Tuttavia questa volta si spinse più in alto e raggiunse la presa con la mano destra. La folla guardava in silenzio, incredula. Erano appena diventati testimoni di una prima ascensione che avrebbe rivoluzionato il bouldering in America. La presa a forma di fulmine e la colonna sonora degli scalatori fornirono l’ispirazione per il nome: Midnight Lightning, dal titolo di una canzone di Jimi Hendrix. Originariamente classificato come 5.12c – o 7b+ secondo la scala francese – Midnight Lightning è ora considerato un difficile V8 (7B+).”
Fonte: http://www.mammutmountainschool.co.uk

“Ron Kauk e John Bachar hanno lavorato in squadra per cercare di risolvere questo problema. Ron è stato il primo a risolvere il problema originale, ma a quanto pare una presa fondamentale si era staccata, rendendolo ancora più difficile. 
John Bachar è stato il primo a risolverlo nella sua forma attuale. Grazie alla sua posizione, alla sua storia, al suo fascino estetico e alla sua difficoltà, Midnight Lightning è diventato il problema di bouldering più famoso al mondo.”
Lynn Hill

Cranking a Intersection Rock, Joshua Tree. Foto: Dean Fidelman

Ma torniamo a Yabo: com’è nata davvero la sua visione di Midnight Lightning?

Non abbiamo una storia certa dell’origine, ma possiamo supporre che, in una delle sue ‘particolari’ serate all’insegna dell’acido e delle bevute al Camp 4, John Yablonski abbia avuto una visione osservando le forme del granito del Columbia Boulder, il gigante strapiombante che si erge al centro del campo, tra i falò degli arrampicatori, sotto le stelle.

La superficie del masso si presenta in una conformazione ben visibile alla luce del fuoco, che crea giochi di luci e ombre scoprendo tacche e appoggi non ben visibili alla luce del giorno.

Ho letto la storia che scrive nel suo articolo per CLIMBING Victor Copeland e il suo fascino mi ha invitato a riportarne una sintesi. L’autore ha raccolto quel che alcuni gli hanno riferito integrandolo con la sua immaginazione.

“Yabo fissa la cresta dell’onda di granito sotto un piccolo tetto. Chiude gli occhi, li riapre. Vede l’ombra di un sottile fulmine inciso sulla roccia. C’era già prima? Il lato destro era perfetto per la mano destra, il lato sinistro ideale per la sinistra. È quello che si deve fare. Si salta sul fulmine, lo si raggiunge e si tira lateralmente la presa verso il bordo (side pull).”

Ron Kauk ha creato Midnight Lightning e con lui Bachar. Hanno liberato la linea. Ma chi ha concepito il boulder è stato lui, Yabo.

E la Yabo Start?

Le mie ricerche online si limitano a pochissime informazioni e ho scelto di proseguire con l’articolo di Victor Copeland.

La storia della sit start non si conosce, ma possiamo immaginare anche questa. Semplicemente. 

Perché, come potrebbe essere nata questa tecnica se non durante i tentativi per liberare un boulder?

“‘Cosa stai facendo?’, gli chiede uno.
‘Comincio da qui’, risponde Yabo.
‘Perché lo fai? Sembri ridicolo.’
‘Per lo stesso motivo per cui inizierei da lassù. È solo diverso, immagino.’”

Certo non dev’essere stato facile alzare il sedere da terra, se non lo si è mai fatto. Ma a Yablonski andava di fare così, anche se qualcuno lo avrebbe deriso. La libertà dell’arrampicata è anche questa.

“Inspira profondamente e usa il respiro per flettere tutto il corpo. Le mani si sollevano. Le scapole si avvicinano nella schiena. Gli addominali stabilizzano il busto mentre allo stesso tempo spingono verso il basso i piedi.
Yabo solleva il sedere da terra…”

Pare che il primo sit start sia quello dello YABO ROOF, boulder V3 a Joshua Tree

Da movimenti ridicolizzati a una tecnica che ha trasformato il modo di fare bouldering. Se ci pensiamo, quasi tutti i boulder più difficili al mondo partano con la sit start, come The Grand Illusion (V16) nel Little Cottonwood Canyon, nato all’inizio degli anni 2000 come Euro Roof (V9), a cui Jay Keener ha aggiunto la partenza da seduti trasformandolo in Euro Trash (V12), che è stato poi prolungato con la rimozione di alcuni blocchi a terra e facendo così partire il boulder più in basso. Questo V13  è stato liberato da Chris Sharma nel 2013. Vennero poi rimossi altri massi, aggiungendo al boulder 13 movimenti e creando The Grand Illusion, un boulder di 8C+, liberato da Drew Ruana e Nathaniel Coleman nel 2020.

“La Yabo start ha trasformato la visione degli scalatori su ciò che dovrebbe essere una linea di arrampicata. Come osserva Drew Ruana nel video sull’ascensione: ‘sto cercando di partire il più in basso possibile, dove arrivano gli appigli’. Secondo questa idea The Grand Illusion completa la linea. L’ideale è partire dal fondo, con il sedere a terra (senza crash), staccarsi da terra e stabilire il controllo sulle prese, e quindi iniziare a scalare. Ma le partenze da seduti, come nella vita, non sono prive di variazioni e compromessi: partire da un crash, accovacciarsi o ‘rimbalzare’ da terra per spingersi verso la presa successiva…”
Victor Copeland

Nathaniel Coleman libera The Grand Illusion 8C+ a Little Cottonwood Canyon, USA
© Ben Neilson – Fonte Planetmountain

Lito Tejado-Flores scrisse un saggio nel 1967: Games Climbers Play.

Descrisse il bouldering come la disciplina ‘più complessa nella gerarchia dell’arrampicata’, perché ‘ha più regole di qualsiasi altra, regole che proibiscono quasi tutto: corde, chiodi e assicuratori. Tutto ciò che rimane è l’individuo in piedi davanti a un boulder’.

In piedi davanti a un boulder.

All’epoca quindi pare che nessuno ancora concepisse la sit start.

Ma perché il bouldering ha tutte queste regole? 

Secondo Tejado-Flores queste norme rappresentano ‘il principio fondamentale di un handicap applicato per mantenere un grado di incertezza sul risultato finale. E proprio da questa incertezza derivano l’avventura e la soddisfazione personale nell’arrampicata’.

Dunque la sit start diventa una regola, ma è ben diversa da quelle ‘proibitive’: infatti questa regola diventa positiva, una possibilità e, perché no, il trucco perfetto per affrontare i boulder e renderli ancora più affascinanti.

Ok, mettiamola così: con la sit start i boulderisti alzano il livello di divertimento nel gioco.

Ma poi: è giusto chiamarle regole?

Caspita… qui entriamo in un altro mondo, di dilemmi e discussioni. Meglio fermarci qui.

Ti aspetto, però. Perché… sai cosa sono gli aller retours? Sì o no, posso dirti che io non lo so e ho intenzione di informarmi, per scrivere un altro articolo. Quindi, se ti va, continua a seguirmi!


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