Ciao piccolo esploratore! Oggi ti racconto la storia di un grandissimo scalatore chiamato John Bachar, un vero eroe coraggioso, che amava arrampicare senza usare corde o imbragature. Immagina di salire su un muro di roccia altissimo con soltanto le tue mani e i tuoi piedi… ecco, per John era una cosa normale!

Chi era John?
John Bachar viveva in California e fin da ragazzino adorava arrampicare sulle grandi pareti. Ma gli piacevano anche quelle piccole, eh! Prima infatti faceva boulder (un’arrampicata su piccoli massi) e poi, con il tempo, ha deciso di provare le pareti altissime della Yosemite Valley, un posto famoso per le sue montagne di granito simili a giganti di pietra.

La sua avventura più famosa.
Una volta, nel 1986, John e un amico hanno scalato in un solo giorno due delle pareti più grandi del mondo: El Capitan e Half Dome! Hanno acceso le lampade frontali a mezzanotte, hanno scalato tutta la notte e, al sorgere del sole, erano già in cima a El Capitan. Dopo una veloce pausa, hanno ripreso e hanno salito anche l’Half Dome, festeggiando con un meraviglioso doppio arcobaleno. Un’impresa da veri supereroi!
Il suo stile era unico.
- Free‐solo significa ‘arrampicare da soli’ senza corde. Per John era il modo più puro di scalare, perché sentiva ogni piccola roccia sotto le dita.
- Perfezionista e allenato, John ogni giorno si allenava nella sua piccola palestra di roccia all’aperto, che chiamava ‘Gunsmoke”. Voleva essere sempre pronto e sicuro di sé.
- Piedi e mente: lui studiava arti marziali e filosofia zen (come i libri sul tiro con l’arco), per trovare la concentrazione perfetta, perché anche un piccolo brivido di paura poteva fargli scivolare il piede!
Sai perché tutti lo pensavano un supereroe?
John ha aperto e salito molti percorsi difficili, come:
- Astroman, una parete super impegnativa nella Yosemite Valley;
- New Dimensions e The Nabisco Wall, dove toccava i limiti delle sue forze;
- Bachar-Yerian, un lungo cammino verticale che lui e un amico hanno creato in una vallata di granito alto più di 150 metri!
La sua vita da “punk monk”.
John amava vivere in modo semplice: dormiva nel suo furgone rosso, suonava il sassofono e condivideva la sua passione con un piccolo gruppo di amici arrampicatori, chiamati i Stonemasters. Era un po’ come un monaco punk, a volte solitario, curioso e libero.
Fino alla fine.
Dal 2009 John non c’è più, ma ha lasciato un’eredità enorme: ha insegnato a tutti che, se ci si allena con metodo e si ama davvero ciò che si fa, è possibile superare anche i propri limiti e fare imprese straordinarie.

