Birbanti al Monte Pastello

Eppure mi è capitato anche di pensare che abbandonare le montagne forse mi avrebbe fatto bene. Lo ammetto: mi passa per la testa questa ipotesi quando qualcosa va storto, quando non raggiungo un obiettivo o non arrampico come vorrei. Ma poi le osservo stagliarsi contro il cielo con le loro pareti e i loro bordi frastagliati, e no, nulla riesce ad allontanare la voglia di tornare e riprovarci. Perché può capitare di sbagliare, di perdere o di non dare il meglio di sé, in montagna come nella vita. E quando una passione è tanto forte da prenderti l’anima, niente, nemmeno il nostro orgoglio può riuscire a cancellarla.

Ci incamminiamo lungo il sentiero che porta alle pareti del Monte Pastello, che osserva l’Adige, si erge tra i Monti Lessini e domina la vallata. Un ultimo tratto in salita nel bosco e ci siamo: ci separano dall’attacco della via di oggi il primo tiro della via 40 Galee e un breve traverso su cengia erbosa con corda fissa.

E poi eccola la linea: la roccia è chiarissima, striata da sfumature grigie somiglianti a graffi.

La via dei Birbanti è stata aperta da Marco Gnaccarini e Ivan Maghella nel 2022, è esposta a ovest (il sole arriva nella tarda mattinata), si sviluppa per 180 metri in 6 lunghezze e il grado è 7a, S2 con 6b obbligatorio. La via è sportiva, protetta a fix.

La roccia è magnifica, anche se, data la recente chiodatura, ancora richiede una minima attenzione su alcuni punti un po’ friabili, ma divertirsi è garantito.

L’arrampicata prevede un po’ di forza nei tiri leggermente strapiombanti di 6b, una buona dose di equilibrio e forza nelle dita soprattutto nel tiro di 7a (protetto comunque benissimo). 

Federico nel tiro di 7a

I tratti con fessure sono bellissimi e anche lo strapiombo del tiro finale sa sorprendere con la sua richiesta di pochi movimenti atletici, ma intensi.

Strapiombo ultimo tiro

La linea sembrava aspettasse solo che qualcuno si accorgesse di lei: era lì, tra le altre vie già segnate e salite, nella sua splendida verticalità, semplice ma mai banale. Come una donna, elegante e complessa, ma mai troppo se trovi qualcuno pronto a comprenderla.

Scalarla è stata una bella esperienza ricamata con alcuni dettagli inaspettati: l’inebriante profumo delle erbe aromatiche che di tanto in tanto incontri lungo la salita dove appoggi la mano, i parapendii che ti volano accanto e di cui ti accorgi all’improvviso perché probabilmente ti senti osservato. E poi le nuvole, che compaiono proprio quando il sole sta facendo capolino al limite estremo della parete e che veloci scorrono, mentre segnano il tempo che va e non ritorna mai.

Il ritorno è di circa mezzora in discesa su una stradina sterrata dopo aver attraversato un prato e osservato, velato dalla foschia, il promontorio che si immerge nel Lago di Garda.

Ad attenderci dove abbiamo parcheggiato, un gruppo di mucche al pascolo si avvicina e ci osserva. Che strane creature… gli uomini. Tanta fretta e poco tempo da perdere, troppi motori e non abbastanza fiato, un poema di parole senza fatti da allegare. Ma non è ancora finita, possiamo ancora migliorare.

Nella strada di ritorno verso casa il tramonto ruba la scena al traffico e le nuvole all’orizzonte somigliano alle montagne scalate, con le loro pareti e i bordi frastagliati in controluce. Uno scherzo del sole che mi ricorda quanto un errore o una delusione sono momenti da raccogliere nell’esperienza e valgono da monito per gli errori e le delusioni successive. Perché non esiste soddisfazione senza ferite sul corpo, nella mente e nell’orgoglio.

Le cicatrici ci ricordano le nostre azioni e fanno parte del nostro racconto.

P.S. Perché via dei Birbanti? Ce lo spiega Marco Gnaccarini:

Questa via prende il nome da numerose vicende scherzose, in cui ci si trova ad avere a che fare con persone un po’ “birbanti”, a partire dai miei figli che lo sono molto, fino ad arrivare a ognuno di noi, che nella vita siamo stati tutti un po’ “birbanti”…
Grazie a Ivan, instancabile socio e maestro, che stimola sempre nuove aperture… infatti già altre sono iniziate; quindi alla prossima avventura.
Buona salita a tutti, restiamo in attesa del verdetto dei ripetitori.


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