“Ogni percorso per me è una coreografia, una creazione, la mia espressione. Vedo la mia anima come un’artista e attraverso i movimenti io dipingo sulla tela della natura.” [Matt Bush]
E questo già si capisce guardando i suoi video spettacolari, quando arrampica senza corda su pareti altissime e spesso difficili.
Ci ho provato: gli ho scritto un messaggio su Instagram e lui mi ha risposto subito. Lo ammiro per le sue imprese, spettacolari e affascinanti, e ora ancora di più per la sua gentilezza e disponibilità. Matt Bush (mattclimber in Instagram): voglio scoprire il free solo, a modo suo.
Ciao Matt, è da un bel po’ di tempo che seguo le tue performance su massi meravigliosi con panorami mozzafiato. Vorrei chiederti quando hai iniziato a praticare il free solo e perché.
Il mio percorso verso il free solo è stata un’evoluzione naturale. Dopo circa dieci anni di arrampicata tradizionale, ho iniziato a immaginare di arrampicare senza corda e protezioni. È iniziato tutto nella mia mente, mentre immaginavo la sfida successiva, con me e per me.

Come prepari una scalata in free solo?
Il mio progetto dipende dalla natura del percorso che devo affrontare. Se è davvero impegnativo, esamino la roccia, penso ai movimenti e provo le sequenze. Una volta che mi sento sicuro al 100%, allora sono pronto per partire. C’è anche una componente mentale nella preparazione: visualizzare il raggiungimento dell’obiettivo prima di iniziare.
[Qui puoi vedere uno dei suoi video]
Quando hai capito che l’arrampicata sarebbe stata una componente fondamentale della tua vita?
Sapevo che l’arrampicata avrebbe fatto parte della mia vita da quando ero piccolo. Questo dopo che mio padre mi ha portato ad arrampicare da bambino. Al liceo ho iniziato ad allenarmi più seriamente. E in questo momento la mia passione per l’arrampicata si è accesa al massimo.

Qual è stata la scalata più bella che hai affrontato e perché?
Ne ho molte che amo, per diversi motivi. Alcune delle mie salite in free solo sono momenti importanti della mia carriera in parete. Una di queste è stata a Table Mountain, in Sud Africa [dove ha aperto anche vie come Simplicity (7b) e Synapse Direct (7b+)]. Questa via ha visto pochissime salite con corda. Mi sono allenato per il free solo sulla linea: prevede movimenti rischiosi, anche su strapiombi. Sembrava surreale affrontare una simile scalata, eppure…

Nei video e nelle foto del tuo profilo Instagram ti vediamo appeso a molti metri da terra e a tali altezze non rinunci neanche ai lanci, il tutto senza corda. Cosa provi in quei momenti?
Sono molto vigile, presente, concentrato. Poi arriva la realizzazione personale e l’euforia.

Come e quanto ti alleni? Quale attività occupa la parte principale del tuo allenamento.
Di solito utilizzavo programmi di allenamento e attrezzature specifiche come fingerboard, campus board – pan gullich e system board. Mi alleno anche con esercizi a corpo libero e pesi, ma oggi mi limito soprattutto ad arrampicare e faccio yoga per aiutare l’equilibrio strutturale. Scalare è comunque la parte più importante, senza mai dimenticare i tempi di riposo e recupero.
Ti alleni anche su pareti artificiali?
Dove vivo posso arrampicare su così tante pareti che preferisco allenarmi su roccia. Di tanto in tanto mi alleno anche nella palestra locale.
Quali sono secondo te gli elementi più importanti per arrampicare bene?
L’arrampicata è essenzialmente abilità e movimento basato sulla tecnica. Quindi scalare bene richiede una solida base di tecnica e abilità. Forza e potenza dovrebbero integrare la tecnica, ma non sostituirla. Secondo me la chiave è imparare a eseguire le tecniche tradizionali insolitamente bene e prestare molta attenzione ai dettagli tecnici.
Una curiosità: impossibile non chiederti perché utilizzi sempre quei fantastici pantaloni colorati.
Mi piace sentirmi leggero e disinibito sulla roccia. I leggings mi danno questa sensazione. Il colore e le fantasie… si aggiungono al momento! (sorride)
Grazie Matt!