Ci alziamo presto: il viaggio per noi è di circa due ore verso la provincia di Treviso, precisamente a Praderadego.
Il sole è velato, ma il meteo afferma che dopo le 10 tornerà a illuminare vividamente e scaldare le temperature basse di questi giorni di metà gennaio.

Partiamo e poco prima di arrivare nella falesia prescelta per oggi ci accolgono le ricche colline di Valdobbiadene, ricche di viti pronte a regalarci ottime uve nella speranza di una grande annata. Ma torniamo alla nostra meta: siamo diretti alla falesia di Praderadego, su cui sono incappata in internet qualche giorno fa. Incuriositi, ma soprattutto attratti dall’esposizione a sud, ci è bastato poco per convincerci a provarla.

Arrivati ai piedi della falesia, parcheggiamo la macchina nel tornante che anticipa di qualche metro le pareti.

Arrivati sotto la roccia tempestata di spit, ci troviamo di fronte a un enorme e scenografico muro bianco e grigio, dipinto di sfumature e vivacizzato da giochi di luci e ombre.

Dietro di noi il bel panorama ci offre una bella visione della vallata.

Bene, è ora di iniziare. Partiamo dall’estrema sinistra dove incontriamo un 5c+, Natale tropicale, che inizia con qualche movimento boulderoso per continuare su una placca appoggiata. Un inizio abbastanza tosto.

Sono le 11 circa e sotto le pareti la strada si colora con le tinte sgargianti di diversi arrampicatori. Chiediamo a chi qui ci è già stato e ci dicono che i gradi sono corretti, a parte qualche tiro con gradi abbastanza generosi. Quindi proseguiamo il nostro test. Arrampichiamo su altri 6a e tentiamo da secondi una salita sul 6c.

Poi ci guardiamo le dita, provate dalle numerose scaglie, e decidiamo di smettere, ma ci promettiamo di tornare, perché vogliamo provare gli altri tiri: dei 30 presenti il grado massimo è 7b e la maggior parte dei tiri sono tra il 5c e il 6a+.
Il sole scalda quel che un venticello brioso raffredda: la pelle del viso arrossisce ai raggi, le mani quando non lasciano scorrere la corda si destreggiano su una roccia calda, talvolta ostile, e ora che la giornata è finita si riposano, ancora bianche di magnesio, sulle ginocchia o sulle braccia conserte.
Un ultimo sguardo alla valle e alle pareti, e ci avviamo alla macchina. Decidiamo di andare a berci un Prosecco: interrompiamo la tradizione della birra a fine arrampicata, è vero, ma qui non c’è altra scelta e al cuor Veneto non si comanda!
Ciao, per conoscenza la falesia è in espansione e sopra il settore della strada, c’è il settore “cala mudanda” raggiungibile in 10 minuti di sentiero dal parcheggio sulla curva prima della falesia da te visitata! prende il sole d’inverno dalle 8.30 alle 15.30 /16.00! Al momento richiodati circa 15 tiri dal 5c al 7a+ ma c’è tanto spazio ( anche per roba dura) …..alla fine dei lavori usciranno altri 25/30 in ambiente più selvaggio e panoramico rispetto al settore della strada! Buone scalate;-)
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Grazie mille Fabio!
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