Lui è Davide Frizzo e in molti lo conosceranno per le sue avventure tra le montagne, in estate e in inverno, e perché fa parte del Gruppo Roccia 4 Gatti.
Gli ho chiesto qualche informazione sulla Via dei 4 Gatti e senza farmi troppo attendere mi ha detto la sua su una delle classiche scalate del Monte Cengio, datata 1982 e di cui ho parlato in questo articolo.

Dunque, iniziamo con la prima guida di arrampicata della Val d’Astico “50 arrampicate sulle Prealpi venete… anche se non è California”, scritta da Franco Zuccollo, un alpinista molto conosciuto tra le nostre montagne, e pubblicata in collaborazione con il CAI di Arsiero.

Già, le nostre Piccole Dolomiti non saranno le pareti della California, ma per chi è nato qui sono la prima palestra di roccia e per chi le viene a scalare da altrove sono un’esperienza da fare e una sfida da non sottovalutare.
Davide mi ha girato alcune pagine di questa guida, che voglio condividere con te:



E ora tocca a lui, a Davide Frizzo, raccontare la sua su questa via e sui chiodatori.
“Ciao Martina,
allora, questa via è stata aperta in due giorni: non so se consecutivi, ma comunque in due volte.
Come sai la via è stata chiodata dai tre personaggi che conosciamo bene: Riccardo Dal Balcon, Gippo Meneghini e Franco Zuccollo. Ma all’inizio erano in quattro, c’era Pizzolato, che però all’epoca (mi diceva Gippo) non era in forma, quindi ha aiutato nella chiodatura del primo tiro e poi si è fatto da parte.
La via è stata aperta in alternata da Riccardo Dal Balcon e Franco Zuccollo, due formidabili chiodatori delle nostre Prealpi.
Soprattutto il primo e il secondo tiro non sono stati facili da chiodare: spesso i chiodi piantati uscivano qualche secondo dopo da una roccia alquanto friabile (una condizione che si nota tuttora).
La via alpinistica è stata dedica al Gruppo Roccia 4 Gatti perché soprattutto all’epoca era composto da alpinisti che hanno fatto la storia nel nostro territorio e che hanno aperto vie, per la maggior parte in artificiale come era solito fare all’epoca, che oggi sono un monumento all’audacia, al coraggio e alla determinazione di scalatori che non indossavano o calzavano quello a cui siamo abituati oggi.
La Via dei 4 Gatti è una salita difficile, su roccia particolarmente fragile in alcuni punti e aperta completamente in artificiale, quindi con l’uso di staffe, cordoni e altri materiali dell’epoca.”
Grazie Frizz, alla prossima intervista con qualche aneddoto sulle altre avventure tra le montagne!
Quando osservi una parete, stai guardando un mondo: puoi vedere roccia, colori, vegetazione, uccelli che escono dai loro nidi e rientrano con acrobazie, e puoi ammirare una linea, che pian piano sale verso l’ultimo centimetro che separa la montagna dal cielo. Ecco, molti scalatori è questo che vedono: un foglio bianco dove scrivere una storia, affascinante e rischiosa, ardita per cuori impavidi e un po’ incoscienti.
La montagna è un libro infinito, che puoi leggere o mettere sullo scaffale della tua libreria per riprenderlo quando vorrai. Non c’è un tempo per scorrere tra le righe, lo puoi fare quando vuoi e sempre sarà come vivere tutta un’altra storia.